Di epoca Gotica-Aragonese, risalente al XV secolo, conserva ancora oggi due antichi lignei opera degli artigiani locali, una statua della Vergine del XVI secolo e numerosi articoli d'argenteria del cinquecento.
Caratterizzata da eleganti archi gotici a tre navate e uno splendido rosone centrale, finemente ornato sulla facciata frontale, risulta essere oggi, una delle maggiori attrazioni turistiche.
Sant'Antioco, patrone di Atzara, viene festeggiato l'otto novembre.

   
 

La vita del Santo:
La storia di Sant'Antioco ha inizio al Cenacolo, il luogo in cui gli Apostoli si erano nascosti per paura dei Giudei dopo la morte di Gesù e degli avvenimenti che seguirono la sua resurrezione. La storia narra che a sorvegliare la porta di quella casa, fosse una bambina, di nome Rosa, per

 
  avvertire in caso di pericolo, ed è proprio grazie a quelle frequentazioni che Rosa iniziò ad essere educata secondo la Legge Cristiana.
 

Una volta divenuta adulta, Rosa, si trasferì in Africa precisamente in Mauritania, dove si sposò con un nobile Romano dal cui amore, nacquero due bambini, Platano e Antioco, che educò al Cristianesimo nonostante le avversità del marito che era pagano. I due fratelli, iniziarono ad esercitare la professione di medici, curando le anime dei pazienti anche predicando il Vangelo e diffondendo la Fede in Cristo. Ben presto però, iniziò anche per loro la stagione della persecuzione, il destino volle infatti, che

 
venissero condannati alla prigione con pesanti catene, a sopportare il digiuno per giorni e giorni, a bruciare nel fuoco e nella pece bollente ma, il Signore era sempre lì a proteggerli. I soldati romani, sempre più inferociti dal fatto che nessuna persecuzione avesse nessun effetto su di loro, decisero di gettarli nell'arena in pasto ai leoni affamati e ad altri animali feroci i quali, invece di sbranarli li leccavano accarezzandoli, mentre tutta la folla assisteva allo spettacolo sbigottito.
 
L'Imperatore, a quel punto, decise di abbandonarli in mare su di una piccola barca di paglia, ma, la storia narra anche che fossero mandati in esilio, sta di fatto, che giunsero in Sardegna approdando proprio in quell'Isoletta che oggi prende il nome di Sant'Antioco. In Sardegna, i due fratelli ripresero a predicare il Vangelo, ma, le persecuzioni ebbero nuovo inizio, Platano infatti venne riportato a Roma e, non morendo neanche inchiodato alla Croce, i tiranni lo sventrarono e lo uccisero decapitandolo. Antioco invece, morì abbandonandosi al Signore nella preghiera mentre, i soldati al di fuori della grotta del Sulci dove il Santo vi passò i suoi giorni in esilio, pregando, digiunando e meditando, lo attendevano per ucciderlo.
Le sue spoglie vennero rinvenute il 15 Marzo 1615 e le Sue reliquie, oggi vengono conservate: a Sant'Antioco il Cranio e ad Iglesias le ossa, da dove, giungono anche i frammenti ossei di una vertebra che dal 1996 vengono custoditi a Gavoi nella Chiesa di San Gavino.
   
Nelle immediate vicinaze della Chiesa, è possibile ancora oggi visitare presso il cortile del palazzo dei Conti di San Martino, un pozzo a Cupola che richiama lo stile spagnoleggiante che si ripropone in molti elementi architettonici delle case e negli antichi antichi palazzi presenti d Atzara.
 
                     
 

 

I vecchi documenti, ci permettono di affermare che questa Chiesa risulti essere una delle più antiche di Atzara.
Risalente al 1205 e consacrata nel 1386 risultava essere circondata anche da un piccolo cimitero, ed è, pervenuta sino ai nostri tempi con tutti i caratteri di essere stata la prima Parrocchia del paese attuale.
Negli anni di fiorente attività artistica, essa risultò essere il luogo ideale per la produzione di opere d'arte.

 

La vita del Santo:
Giorgio, è venerato come Santo e Martire da tutte le Chiese. Visse nel III secolo e morì a Lydda, secondo alcune fonti, nel 303. Giorgio, era originario della Cappadoccia, zona odierna della Turchia, era figlio di Geronzio, persiano e Policromia e nacque verso l'anno 280. I genitori lo educarono secondo la Religione Cristiana fino al momento in cui decise di intraprendere la vita militare. Trasferitosi in Palestina, si arruolò nell'esercito di Diocleziano, comportandosi da valoroso soldato fino a quando non entrò a far parte della guardia del corpo di Diocleziano. Il martirio, avvenne proprio in questo periodo quando, Diocleziano, radunati i 72 Re per decidere le misure da prendere contro i Cristiani, Giorgio si dichiara Cristiano. Secondo la leggenda, venne battuto, sospeso, lacerato, e gettato in carcere dove, ha una visione di Dio che gli predice sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre volte la Resurrezione.

 
Tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade, Giorgio risuscita operando nuove conversioni. Da lì in poi, assistiamo a nuovi miracoli in cui Giorgio, risuscita due persone morte da 460 anni, battezzandoli e facendoli sparire. In seguito a questi nuovi fatti, Diocleziano, ordina una nuova condanna a morte per Giorgio, si tratta della decapitazione ma, poco prima, implora Dio che i 72 Re e l'Imperatore siano inceneriti, esaudita la sua preghiera, Giorgio si lascia decapitare promettendo protezione a chi onorerà le sue reliquie. La tradizione popolare lo raffigura come il cavaliere che affronta il drago, simbolo della fede intrepida che trionfa sulla forza del maligno e, viene considerato da sempre il Santo Patrono degli scout e delle guide.
                     
 

 

Crollata intorno al 900 è stata ricostruita negli anni '70 in stile moderno. Anticamente, veniva chiamata "Santa Maria de is Novizios" perchè, nelle vicinanze sono state rinvenute tracce di un insediamento di Novizi della Chiesa di San Marco e della confraternita del Rosario.

   
 
 
 
 

La Festività, celebrata ad Atzara il 22 agosto, pochi giorno dopo la solennità dell'Assunzione, venne istituita da Pio XII nel 1955, in onore della Beata Vergine Maria Regina.La Chiesa invita i fedeli ad invocarla non solo con il dolce nome di Madre ma, anche con quello reverente di Regina, essendo stata coronata con il duplice diadema della verginità e della maternità divina quando, finito il corso della Sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria con il Suo corpo e con la Sua anima.

                     
 

 
La Chiesetta campestre, risalente all'anno 1000, sorge sul dolce pendio di un'altura, vicino a vigne e campi coltivati. Molto probabilmente, la piccola Chiesetta sta a rappresentare l'ultima testimonianza visibile dell'antico villaggio di Leonisa che sorgeva nelle vicinanze. Si presenta molto semplice e di modeste dimensioni con i muri che si elevano su pianta rettangolare. Nella facciata, dove si apre la porta d'accesso notiamo che essa è coperta da un sottile arco e

Long. 9.09280
Lat. 3998812

 
 

internamente da una trave in legno. Un ingresso secondario invece, è presente nella parte est dell'edificio che conduce alla sagrestia.

 
La Santa: Verso la metà del VII secolo, quattro feste Mariane: della Purificazione, dell'Annunciazione, dell'Assunzione e della Natività di Maria, già celebrate in Oriente, entrano a far parte della Liturgia Romana. La Chiesa di Santa Maria 'e Susu di Atzara, è strettamente legata alla festività della Natività ossia, l'evento legato alla venuta del Messia, come promessa, preparazione e frutto della Salvezza. Possiamo infatti affermare che, seppur non conoscendo la data certa della nascita, che questo sia il giorno del 'compleanno' della Vergine Maria.