Il libro più antico dell'amministrazione ecclesiastica, rivela che la Chiesa Parrocchiale, sotto il titolo di San Gabriele Arcangelo sia stata edificata prima del 1602 dal Rettore Leonardo Manca. Nel 1663 il Rettore Antonio Manis, costruì solidamente i quattro muri del presbiterio servendosi anche di materiali delle distrutte Chiese di Santa Anastasia e di San Leonardo. Nel 1782, il Rettore Michele Porru aggiunse ai lati della Parrocchia le quattro cappelle: del Rosario, di San Francesco d'Assisi, del Carmine, del Crocifisso e di Sant'Antonio da Padova.
   

Nel 1887, il Rettore Salvatore Angelo Pani rimaneggiò le tre cappelle presso il campanile, costruì la volta sopra l'altare maggiore e il presbiterio e, nel 1900, nella parte orientale della Chiesa, fecce costruire la Sacrestia. Le tante aggiunte, i tanti rimaneggiamenti sia per le scarse conoscenze di costruzione sia per gli scarsi materiali utilizzati, principalmente pietre e fango, portarono ad un pericoloso cedimento strutturale che ne causò, il 16 maggio 1926, la chiusura immediata da parte delle autorità del Genio Civile. Per non inquietare la popolazione, si iniziò a parlare di una semplice riparazione mentre, la Chiesa, con il nuovo progetto dell'Ingegnere Umberto Fanni da Guspini, veniva demolita completamente per essere ricostruita e ribenedetta domenica 8 settembre 1929.

Festa religiosa: 3 Agosto.

   
 
L'Arcangelo Gabriele è uno degli spiriti che stà davanti a Dio e, il suo nome significa "Forza di Dio". E' il messaggero della buona novella e viene inviato per annunciare agli uomini gli interventi straordinari dell'Eterno. Egli rivela a Daniele i segreti del piano di Dio , annuncia a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista e a Maria Vergine quella di Gesù.
 
   
Agosto 1932 il Rettore Bonu, collocò in parrocchia una lastra di marmo (m. 2.28 x 0.98) contenente la storia della Parrocchia con l'elenco delle migliori offerte e riportante in bassorilievo l'Angelo Gabriele.
 
             

 
L'edificio, venne eseguito dal Rettore Michele Porru verso il 1790 e parte di essa fu riedificata nel 1829 e quindi, ribenedetta. Possiede un solo altare di marmo innalzato nel 1889 e non possiede oggetti di valore se non un pulpito in legno e, non ha il privilegio di conservare il Santissimo Sacramento. Secondo i registri ecclesiastici, risulta che nell'anno 1857 il parroco Rettore Pietro Todde, Tonarese, fecce costruire la Sacrestia
 
e la volta della Chiesa di San Antonio da Padova che, benedì ed aprì al culto nel Maggio 1859.In occasione della festività di Sant'Antonio, nei giorni dal l3 al 15 giugno, è possibile visitare la Chiesa e ammirarne all'interno i numerosi dipinti parietali che rappresentano i momenti di vita del Santo.

La vita del Santo:
Fernando Buglione, nasce nel 1195 a Lisbona da una famiglia benestante. Fin dall'età di 15 anni entra nel Monastero ritirandosi nell'abbazia Agostiniana di San Vincenzo alla periferia di Lisbona. Chiesto di essere trasferito a Coimbra, nel gennaio del 1220 assiste al ritorno in patria delle salme di cinque frati francescani massacrati in Marocco. Inizia qui la sofferenza di Fernando che non accetta di servire Cristo vestendo le ricche vesti da Frate Agostiniano, si innamora così della regola di San Francesco e pensa che nella povertà e nell'umiltà potrà sentirsi più vicino al Signore. Cambia nome e decide di diventare predicatore della parola di Gesù, passa molte ore in silenzio ad ascoltare la voce di Gesù che gli parla, lo adora così tanto che in una splendida notte viene visto cullare Gesù Bambino sorridente tra le sue braccia. Ama talmente tanto il Signore che questo lo ricambia con il dono dei miracoli, il Santo infatti, conosciuto come 'Il Santo dei Miracoli" muore a Padova il 13 giugno 1231 sfiancato dalla fatica e dalle privazioni.

Il desiderio di farsi ultimo, di amare Dio nella bellezza della natura, S. Antonio viene raffigurato con la fiamma o con il cuore fiammeggiante, simbolo dell'amore divino e con il giglio, simbolo della purezza.

Sito nella piccola borgata di Ilalà, con annesso un territorio piantato a castagni, si trova la piccola chiesetta campestre di San Sebastino. Le fonti storiche, si perdono nel tempo e nessun documento ecclesiastico ci da la certezza che la Chiesa risalga ad un periodo precedente al XVII secolo anche perchè, numerosi sono gli interventi che ne hanno alterato l'architettura.

La Chiesa, possiede ancora oggi il piccolo cimitero che fu costruito per la sola frazione di Ilalà mentre, all'interno della Chiesa è possibile ammirare la Statua secentesca del Santo e delle figure zoomorfe che sostengono la trave di colmo del tetto, le quali, si pensa siano state portate ad Ilalà da Bidda Intr'Errioso (paese fra torrenti)

La vita del Santo:
Nato nella metà del III secolo da madre milanese e padre di Norbona, nella Francia Meridionale, arrivò a Roma nel 270 per intraprendere la carriera militare, fino a diventare nel 283 Tribuno della Corte Pretoria.

 
Stimato da Massimiliano e da Diocleziano, che non sospettavano fosse cristiano, Sebastiano si avvalse della loro amicizia per recare soccorso ai cristiani incarcerati, ai condotti al supplizio e riuscire a convertire militari e nobili della corte. Mentre prestava soccorso a due detenuti cristiani, Marco e Marcellino, Sebastiano venne scoperto e condannato ad essere trafitto dalle frecce dei suoi commilitoni che credutolo morto, lo abbandonarono perchè le bestie si cibassero di lui. Fu invece la provvidenza a mandarle una Pia donna che accorgendosi di essere ancora vivo, lo curo e lo risanò delle sue ferite. Il martirio di Sebastiano però, non fini qui, fu Diocleziano per la seconda volta ad ordinare di flagellarlo a morte e poi di gettarne il corpo in una delle più antiche condotte fognarie. L'abbandono dei corpi dei Martiri senza sepoltura, infatti, era visto dai pagani come un castigo supremo, credendo così di poter trionfare su Dio e privare loro della possibilità di una resurrezione. Apparso in sogno alla Matrona Lucina, il Martire, indicò però il luogo dov'era approdato il cadavere ordinandole di seppellirlo nelle catacombe, oggi chiamate per l'appunto di San Sebastiano.
 
 
     
                 

 
La costruzione della Chiesa di Santa Maria, ha inizio nel '500, anche se la prima data certa risulterebbe essere il 1617 ossia, quando gli abitanti di Spasulè, ricca borgata tra Atzara e Sorgono, iniziarono ad emigrare a Tonara, principalmente ad Arasulè, nella parte alta del paese.  
E' il Bonu ad affermare che gli stessi emigrati, in particolare le famiglie Demurtas e Flore provvidero ad ingrandire la Chiesetta di Santa Maria e a lasciar scritto sul legno un fregio dell'altare principale con scritto il cognome Demurtas e la data 1617.
 
   

La Chiesa, dedicata alla Santa Croce, possiede un altare maggiore dedicato al Santo Crocifisso ed altri due laterali dedicati alla Santa Vergine e al divino Redentore. Ha il privilegio di conservare il Santo Sacramento e gli Olii Santi e un rendiconto del 1609, firmato da Leonardo Manca, parroco di Tonara e di Spasuley afferma che la Chiesetta era affidata alla confraternita della Santa Croce. Demolita in parte, fu ricostruita nel 1921 e nel gennaio 1922 purtroppo, con malta e fango.

 
 

La Santa:
Verso la metà del VII secolo, quattro feste Mariane: della Purificazione, dell'Annunciazione, dell'Assunzione e della Natività di Maria, già celebrate in Oriente, entrano a far parte della Liturgia Romana. La Chiesa di Santa Maria di Tonara, è strettamente legata alla festività della Natività, che viene celebrata ogni anno la prima domenica di Settembre. La Natività di Maria, è l'evento legato alla venuta del Messia, come promessa, preparazione e frutto della Salvezza. Possiamo infatti affermare che, seppur non conoscendo la data certa della nascita, che questo sia il giorno del 'compleanno' della Vergine Maria.

 
       
                   
 

 
 

La ricca borgata tra Atzara e Sorgono, chiamata Spasulè, inizia a spegnersi lentamente nel corso del XVII secolo e finisce per morire del tutto agli inizi del secolo successivo, si narra, forse a causa di un avvelenamento delle acque potabili.
Il censimento del 9 Luglio 1699, Spasulè contava 8 famiglie con 16 uomini e 15 donne

 
 
mentre,30 anni dopo, nel 1728 non esisteva più niente. L'unica cosa che resistette all'abbandono sino al 1929 fu la sola Chiesetta di San Giacomo dove, il 25 luglio di ogni anno, il parroco di Tonara con pochi fedeli vi si recava per officiarvi la messa. Diventata oramai un rudere, gli abitanti di Tonara, decisero, nel 1929 di costruire una nuova Chiesa nel loro territorio precisamente, a Ghenna Dratzone.
 

La vita del Santo:
Giacomo, appartenente ad una famiglia di pescatori sul Lago Tiberiade, era figlio di Zebedeo e di Salome. I vangeli raccontano che un giorno, mentre il Signore passava nei pressi del Lago, chiamò a sé Giacomo e suo fratello Giovanni. Fu per la grande generosità con cui essi abbandonarono tutto per seguirlo che, Gesù ebbe per i due lo stesso effetto privilegiato che ebbe per Pietro.

 

I tre infatti, risulteranno essere i tre più intimi confidenti di Gesù, dei suoi pensieri e soprattutto gli amici che assisterono alla Resurrezione della figlia di Giairo, della Trasfigurazione e all'agonia nell'orto degli ulivi.
Molto ambizioso, Giacomo mira ad ottenere i primi posti nel Regno ed è per questo che si dichiara pronto a tutto. Fu proprio per questo che il Signore con la sua profezia gli preannunciò che avrebbe bevuto con lui il calice del sacrificio e questo avvenne. Giacomo infatti, fu il primo degli Apostoli a dare il sangue per il suo Signore e come Lui durante le feste Pasquali, fatto decapitare da Erode Agrippa a Gerusalemme nell'anno 42.
La vicenda dei resti mortali dell'Apostolo è a dir poco leggendaria ed è infatti circondata da un alone di mistero. Il luogo della sepoltura, rimase nascosto per molto tempo, la scoperta infatti, avvenne fra l'812 e l'814 quando l'eremita Palayo vide comparire una strana luce, quasi simile ad una stella, sul tumulo di quello che era un antico Cimitero Romano.
I festeggiamenti in onore del Santo, vengono svolti l'ultima domenica di Luglio.

 

Nella memoria degli anziani, rimane vivido il ricordo di altre tre Chiese:

Sita nella frazione di Teliseri, la Chiesa con intorno un piccolo cimitero, venne abbandonata nel 1832 essendo costruita con pietre e fango per crollare poi due anni dopo.

Fino al 1823 esistevano in regione Santu Leo ruderi di antiche mura che si pensa appartenessero alla Chiesetta dedicata a San Leone Magno, pontefice dal 440 al 416, salvatore dell'Italia da Attila. Oggi, non resta neppure memoria circa l'ubicazione precisa, dove sorgesse la Chiesetta, si pensa in prossimità della fornace dei laterizi della famiglia Boni, a sud-ovest del paese.

Secondo le informazioni trascritte nel libro parrocchiale e secondo la tradizione, che vive tuttora nel paese, non si hanno dubbi che, la prima Chiesa innalzata nel paese di Tonara sia quella di Santa Anastasia il cui edificio pare rimandi al XIV secolo. Tra le altre cose, si pensa che questa Chiesa, sia stata edificata dai Benedettini ai quali, si suppone sia stata per parecchio tempo affidata. Secondo i registri, alla fine del 1300 e al principio del 1400 i Tonaresi riescono a costruire la Parrocchia di Santa Anastasia con tre archi gotici e relative arcate a crociera dalla cui intersezione pendevano grossi pomi di pietra chiamati dal popolo con il nome di 'is campaneddas'. La costruzione, essendo in pietra con malta di calce e sabbia, fu abbandonata per mancanza di dote nel 1823 per crollare nove anni più tardi, sita nella frazione di Toneri, è possibile ancora oggi visitare ruderi ben solidi.