Da un documento scritto, del 18 Giugno 1928, il costume tradizionale Tonarese, risulta essere così composto:  
 
  Il berretto lungo in panno nero, è quello che fu adottato in Toscana dai popoli frigi e Lidy.
 

La camicia, "Sa camisa" ricamata su lino o tela bianca, si presenta a doppio petto, guarnita con piegoline e con collo basso, chiuso con un bottone d'oro.

Su saccu dei pastori, uguale alla sopraveste militare usata dai Galli, dai Romani e dai latini, è detta anche Sagum ed è fatto interamente di orbace.

La mastruca, è una veste di pelle di capretto o agnello nera, usato ai tempi di Roma, ma anche in epoca Fenicia e Greca.

Il giubbone ‘zippone' , principalmente in orbace o panno rosso con bordo di velluto nero a doppio petto e chiusa con legacci di cuoio, veniva indossato sotto la mastruca, e fu chiamato dai Greci e dai Romani con il nome ‘thorax' , utilizzato persino da Augusto durante il periodo invernale.

 

Le brache (rachos dei greci) di lino e di lana, bianche e nere.

I calzarini o ‘cothurnis' dei romani.

Altra sopraveste, che continuò ad essere utilizzata anche dopo la metà del secolo scorso, fatta di pelli conciate, a guisa di panciera o corazza, era il colletto (collettu), che veniva agganciato al giubbone con fermagli e catenuzze anche d'argento.

Per stringere il colletto con il gibbone e la camicia alla cintura, si usava il cinto, detto dai sardi chintorza, dello stesso cuoio del colletto, foderato e guarnito di pelle più fine e a vari colori, con fibbie di ottone e d'argento. Dal cinto, pendeva sulla parte destra, la regolamentare daga, una sorta di pugnale dalla lunga e aguzza lama. Il cinto e la daga (orteddu) ad un solo taglio, rimasero ancora in uso presso i pastori di Tonara quasi fino alla fine del secolo scorso.

   
 
 
 

Elementi fondamentali, del costume femminile tonarese, sono:
la cinta, la cuffia e un mantello tutto scarlato orlato di nastro azzurro, di scarlato era anche una striscia orlata che si portava sulla cuffia legata sotto il mento.
il mantello (su manteddù) quadrato di panno nero, orlato di nastro nero e sotto scialle di lana frangiato, si può affermare, sia oggi, quasi del tutto scomparso perchè sostituito da "su muccadore" ossia, un ampio scialle orlato da lunghe frange e ricamato con un motivo floreale.

il corsetto (palètta) prevalentemente in broccato, si presentava generalmente di colore verde o azzurro, sempre orlato con nastro nero, per le giovani e, con colori più scuri per le donne anziane.

Il giubbone (zippòne) di stoffa varia e orlato di nero, si presentava sulla parte bassa con una lavorazione fatta a linguette.

 

La gonna (abrazzèddu), di lana sarda rosso vivo, si presenta pieghettata e con plissature mentre, nella parte inferiore, rifinita con una striscia di seta fiorita.

Il grembiale (chinta) una sorta di grembiule posizionato sopra la gonna, si presenta composto da quattro tipi diferenti di stoffa, la prima di panno rosso, la seconda di seta fiorita e la terza, quella inferiore, di tessuto prezioso. Il tutto orlato da una striscia di seta nera.