A sinistra possiamo osservare la "Madonna dei Venti" posta sulla roccia calcarea di "Su Toni"

A destra, la Grotta di "Ucca 'e Drò" che si cela sempre sulla parete calcarea di "Su Toni"

     
     
                             
     
 

La domos de Janas, sita in località di Martì, a pochi chilometri di distanza, dal paese di Tonara, è costituita da due stanze, una ad Est ed una a Ovest-SudOvest quindi, diametralmente opposte.
La sepoltura, accuratamente scavata nella roccia durissima, conserva, soprattutto all'interno, gli spigoli ancora vivi e taglienti. E' formata da un'anticella che da accesso alla cella principale, con due celle minori aperte, una nel lato destro dell'ingresso e l'altra quasi di fronte.
Dal portello che ha la soglia rialzata a 0,07 cm dal piano di calpestio, si passa alla camera principale di pianta irregolarmente pentagonale, con soffitto pianeggiante e il fondo con le pareti levigate e ben scalpellate.
La cella di destra, ha la soglia ed il pavimento a 0,24cm più alto di quello della cella principale mentre, l'altra celletta si presenta con la parete di fondo completamente sfondata. Anche le due cellette secondarie hanno il soffitto piano e il pavimento perfettamente levigato.
La particolarità della sepoltura, sta nel fatto di possedere un loculo che, dai ritrovamenti di terriccio carbonioso, ceneri e una grossa scheggia di ossidiana, fanno pensare che si trattasse di un loculo utilizzato per sacrifici ed offerte funerarie.

   
 

Leggenda

La leggenda vuole che si narri delle Janas come, ricche persone dalla piccola statura che possedevano stoviglie ed utensili d'oro e d'argento che spesso esponevano al sole per levare i segni dell'umidità che le loro abitazioni sotterranee procuravano.
I passanti potevano vedere e ammirare tanta ricchezza e, se qualcuno di essi, riusciva a lanciare un pugno di sabbia o di terra su quelle meravigliose bellezze d'oro e d'argento, senza che se ne accorgessero le ‘Gianas', potevano portarsi via tutti gli oggetti che venivano colpiti dal lancio di terra o di sabbia.
I lunghi cappelli d'oro, erano motivo d'invidia per gli abitanti di Toneri, i quali, non perdevano mai l'occasione di pettinarli ogni qual volta le Janas chiedevano loro del fuoco per riscaldare le loro 'domos'ecco perchè a Tonara, sono conosciute anche con il nome di ''Forreddu de Janas".
Si narra ancora che una piccola 'Jana' venne sequestrata da una famiglia di Tonara per rubarle i bellissimi cappelli d'oro ogni qualvolta avessero voluto. Ma le maledizioni fatte dalla madre della piccola Jana, ricaddero presto sulla famiglia la quale, non visse più giorni felici.

           
   
                   

E' una zona d'interesse archeologico, si sviluppa ai piedi di una collina calcarea, interessata da lungo tempo da attività di cava, che hanno portato alla distruzione di gran parte dell'antico abitato. Sulla cima della collina, sono ancora visibili pochi resti dell'originario nuraghe che si adattava all'irregolare conformazione rocciosa.
Il nuraghe, venne costruito in una posizione ideale che permetteva il controllo del sottostante fondo valle.

Lo scavo, effettuato nel 1997 ha delimitato alcune trincee che hanno riportato in luce quanto rimaneva delle originarie cappanne. L' estratto archeologico, ha restituito abbondanti resti ceramici alcuni con decorazioni a pettine risalenti al periodo compreso tra l'età del bronzo medio III e le fasi iniziali dell'età del ferro.
 
                         

A Toneri in via Umberto la "casa Porru" di proprietà delle sorelle Purru, Domitilla e Concetta, fedeli custodi del costume Tonarese, conserva ancora oggi, con le travi e le tavole di castagno dei ballatoi, dei sottotetti, delle scale e dei pavimenti, il fascino dell'architettura di una volta.
Ricordiamo ancora che uno dei locali della casa Porru era adibito a carcere, anche se si narra che un carcere più vecchio fosse al piano terra del Monte Granatico di Su Montigu e, un altro ancora precedente, vicino a Sa Ruge ad Arasulè.

 

Uno degli ultimi castagni secolari che sfidano il tempo nelle campagne del paese. Questo "patriarca"del bosco si erge sul fianco di una collina, sopra l'asfalto che da Tonara porta a Sorgono.

 
   
               
 

Long. 9.238110
Lat. 40.027650

 
 
La miniera, sita in località "P.zu Detoni", si presenta agli occhi del visitatore in condizioni di degrado e sommersa dall'acqua per la metà circa della sua altezza. Si pensa possa essere un assaggio minerario, ma nessuna fonte storica ne conferma le varie ipotesi e leggende che da anni ruotano attorno alla costruzione.
               

Finito di costruire nel 1889, il ponte ferroviario di "Su Sammuccu", con i suoi 39 metri d'altezza, risulta essere il più alto di tutta la Sardegna.